lunedì 26 novembre 2012

Home sweet Home


La settimana scorsa ho fatto un dolce e improvvisamente ho sentito il desiderio di diventare una piccola adepta di Martha Steward. Un po’ come il piccolo aiutante di Babbo Natale, solo con un grembiule di Mastro Raphael. Sono una persona dai facili entusiasmi, lo ammetto.

Si sta aprendo davanti a me un mondo che finora era popolato solo di scarpe, borse e vestiti. Ho in testa milioni di idee che aspettano solo un luogo per dar loro dimora.

Un candeliere in cristallo, per moltiplicare all’infinito le luci delle fiammelle. Di quelli un po’ barocchi ma infinitamente eleganti.
Candele ovunque, da accendere al far della sera.
Specchi appoggiati a terra senza un apparente perché.
Piccole e grandi alzatine in vetro, per rendere ingombro il piano della cucina. Per immaginarci alle prese con biscottini e micro cake per il tea delle cinque.
Tovaglie di lino ricamate.
Piatti e posate, magari di Virginia Casa e Rivadossi. Sempre diverse. Perché ogni pietanza deve esaltare anche l’occhio.
Un memento da vedere ogni mattina, che ci ricordi di alzarci e splendere.
L’impastatrice di KitchenAid, che io non so nemmeno fare il sugo della pasta, figuriamoci la pasta stessa.
Il profumo della biancheria. Il candore del bianco degli asciugamani. L’ordine nel riporli.
Cappelliere di cartone. Magari appartenute a qualcun altro. Che abbiano contenuto non solo i nostri segreti, ma che siano già brave a custodirli.
Un vecchio cassettone della nonna, a cui attingere a piene mani. Per scoprire cose lasciate al tempo.
Mille luci a rischiarare la notte.
Foto attaccate alla parete, a ricordarci le giornate spensierate.
La carta da parati. Così demodè da aver già compiuto un giro ed essere ritornata in gran spolvero. Sceglierla appoggiandola al muro cercando di immaginarci una stanza intera.
Un vecchio contenitore per conserve che diventa vaso.

Sono in vena di wish-list, sento l’arrivo del Natale!!!





























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