Ieri ho
avuto la disavventura di trovarmi faccia a faccia con delle coppie in procinto
di compiere il grande passo e al momento, non poco imbarazzante di descrivere
la compagna, un buon 70% dei presenti – cioè più della metà - ci tengo a voler
puntualizzare questo dato allarmante - ha praticamente solo detto di apprezzare le doti
casalinghe della fidanzata. Con un elenco generico delle attività in cui la
loro metà eccelleva: cucinare, lavare, tenere in ordine la casa.
Ora. Io
vi giuro che non ci potevo credere.
Noi
donne, proprio noi che siamo cresciute nutrendoci di Sex and the City e che per questo siamo convinte di conoscere l'emancipazione. Che abbiamo un
compagno perché lo amiamo e arricchisce la nostra vita, non perché è
convenzionalmente cosa buona e giusta. E dei due film, per quello che riguarda la
cucina, semmai ricordiamo solo il meraviglioso grembiule di Charlotte (piccola postille: si trova
sul sito di Antropologie e per nostra fortuna spedisce anche in Italia). Noi
che abbiamo conseguito una laurea e facciamo professionalmente il nostro lavoro.
Noi che spesso guadagniamo più dei nostri compagni e per questo non ne nasce
una guerra intestina. Noi che il ciclo non c’ha mai fermate, che se ce l’avessero
gli uomini sarebbero irreperibili una settimana al mese e colpevoli del calo di
qualche punto di PIL. Noi che abbiamo la patente, ci siamo comprate un’auto e
se vogliamo prendiamo le nostre amiche e andiamo dove vogliamo perché non ci
siamo mai poste il problema se lo dovevamo chiedere a qualcuno per poterlo fare.
Noi che facciamo un sacco di cose (il più delle volte senza nemmeno rovinare lo
smalto), abbiamo una mente sveglia e a tratti geniale. Che se decoriamo la casa
è perché andiamo pazze per Elle Decor e io quando ho comprato una pila di
strofinacci di le Jacquard Francais, manco mi ha sfiorato la mente il dovermi preoccupare del metodo di
lavaggio, ma li portati dritti alla cassa, con piglio deciso, solo perché erano
meravigliosi. E non comprerò mai la pentola a pressione perché è brutta e
chissenefrega se non cucinerò mai il cappone per Natale. Semmai invece avrò fatto
un albero che quello del Rockefeller Center me ne farà un baffo.
E loro,
gli uomini (o almeno alcuni di loro) si focalizzano solo sulla nostra bravura a
mantenere vivo il fuoco del focolare domestico, manco fossimo Vesta, la dea
della casa.
Dalla mia
mi auguro di essere una donna di cui essere fieri. Semplice nell’ascoltare gli
altri, altezzosa e snob solo nell’orgoglio o per gioco. Forte non per apparenza
ma per natura. Equilibrata nella mente ma non nelle ambizioni. Che possano
essere tante, grandi e che mi spingano a mettermi in gioco. Consapevole dei
miei limiti. Ma senza aver mai paura di incontrare l’altro.
Di non
essere cieca ma avere occhi e cuore per vedere oltre.
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